Rivista di Diritto SportivoISSN 0048-8372 / EISSN 2784-9856
G. Giappichelli Editore

indietro

stampa articolo indice fascicolo leggi articolo leggi fascicolo


Gli aiuti di stato e il calcio (di di Marco Cappa, Avvocato, LL.M. King’s College London, Dottorando di Ricerca nell’Università Parthenope di Napoli, Università Europea di Roma. Marco Costantini, Avvocato, LL.M. King’s College London.)


This article analyses the application of EU State Aid Law on football either considering (direct or indirect) funds to clubs or building and renewing of infrastructures. The European Commission has dealt with a series of cases implying potential violation of EU State Aid Law: the focus is centered on Spain and the fiscal measures that could have favoured some professional football clubs. Then, the attention moves towards the construction of sports infrastructures with a commercial exploitation; the public support for stadiums might benefit certain undertakings and, therefore, it could involve State aid.

SOMMARIO:

1. Introduzione - 2. Il punto di vista della Commissione Europea - 3. Art. 108(3) TFUE - 4. I club spagnoli - 5. La costruzione o riqualificazione di nuovi stadi - NOTE


1. Introduzione

La recente crisi finanziaria ha riverberato i propri effetti su molte società di calcio europee. Ciò nonostante, i costi dei contratti stipulati con i calciatori sono rimasti spesso esorbitanti. Pertanto, è stato introdotto nel 2012 in maniera congiunta da parte della Commissione Europea e della UEFA il Joint Statement on Financial Fair Play and state aid control in professional football [1]. Negli ultimi anni, la Commissione Europea ha condotto diverse investigazioni circa la sussistenza di aiuti di Stato in favore di società di calcio europee. Si pensi ai Paesi Bassi, ove cinque enti locali sono stati sottoposti a investigazione per presunta fornitura di aiuti di Stato illegali ad alcuni club, come il PSV Eindhoven o al più noto caso spagnolo (di cui al § 4). Società di calcio come il Barcellona F.C. nel 2001 risultavano essere indebitate per più di 500 milioni di euro [2] e, pertanto, gli enti pubblici locali hanno intrapreso iniziative e misure in favore di tali società. Secondo una ricerca effettuata nel 2003 in Olanda, gli enti pubblici sottoposti a investigazioni sembravano essere coinvolti finanziariamente con i rispettivi club di calcio locali. I club avrebbero ricevuto un contributo finanziario di oltre 300 milioni di euro [3]. Sono state classificate sei diverse modalità mediante cui gli enti pubblici avrebbero conferito aiuti di stato illegali, in violazione dell’art. 107 TFUE [4], alle società di calcio [5]: 1) donazioni in favore dei club o delle strutture; 2) prestiti in favore dei club o delle strutture al di sotto della soglia standard di mercato; 3) garanzie in favore dei club o delle strutture; 4) contributi finanziari in forma di sponsorship agreement contenenti una compensazione sproporzionata in favore dei club o delle strutture; 5) pagamenti da parte dei club in favore degli enti pubblici, come ad esempio il canone corrisposto per la concessione di una infrastruttura sportiva, per un importo al di sotto del valore di mercato; 6) un pagamento irrisorio da parte del club a favore dell’ente pubblico, ad esempio a fronte di una concessione di un appezzamento di terreno. È importante notare che la relazione oggetto di aiuto di stato potrebbe intercorrere non solo tra club e ente pubblico ma anche tra stadio e ente pubblico. Gli stadi sono di cruciale importanza per gli enti pubblici per diverse ragioni: la [continua ..]


2. Il punto di vista della Commissione Europea

La Commissione Europea ha analizzato la questione della compatibilità di una misura pubblica in relazione ad un’infrastruttura sportiva. In una lettera indirizzata alla Rappresentanza Permanente d’Olanda presso le istituzioni europee, la Commissione ha affermato che «in principio gli aiuti di Stato concessi in favore della costruzione di infrastrutture sportive, considerate quali attività economiche, sono assoggettati alle regole comunitarie riguardanti gli aiuti di Stato. Tuttavia, la costruzione di un’infra­struttura pubblica per eventi pubblici in supporto di diverse categorie di attività, che sono a beneficio del pubblico in generale, può essere configurata come una tipica responsabilità statale nei riguardi della cittadinanza in generale. Inoltre, uno stadio è una struttura che implementa un rischio di investimento al quanto elevato che il mercato non potrebbe autonomamente sostenere nella sua interezza, pertanto si potrebbe ritenere che il finanziamento di uno stadio non rientrerebbe nella disposizione del­l’art. 87 comma 1 UE (oggi 107 TFUE), se viene provato che l’operazione non ha favorito selettivamente una o più imprese o produzioni» [6]. I requisiti di compatibilità sono esplicitamente statuiti, invece, in una lettera indirizzata alla Rappresentanza Permanente della Germania presso le istituzioni europee in riferimento allo stadio del­l’Hannover. In tale lettera la Commissione Europea ha affermato che «l’aiuto per la costruzione di stadi o altre tipologie di infrastrutture sportive potrebbero non costituire aiuto di Stato, se provato che i seguenti criteri sono soddisfatti: (1) la tipologia di infrastruttura in oggetto non è generalmente fornita dal mercato poiché non è economicamente sostenibile; (2) non è idonea a favorire selettivamente una specifica impresa: in altre parole l’infrastruttura è disponibile per differenti tipologie di attività ed utenti ed è concessa alle imprese dietro il pagamento di un corrispettivo adeguato al valore di mercato; (3) è una struttura che fornisce un servizio che è considerato essere parte di una tipica responsabilità di pubblica autorità per il pubblico in generale» [7].


3. Art. 108(3) TFUE

Non solo le argomentazioni esposte dagli enti pubblici non soddisfano i criteri indicati dalla Commissione Europea, ma esse potrebbero comportare la violazione del­l’art. 108(3) TFUE [8]. Invero, lo Stato Membro o l’autorità pubblica locale che abbia intenzione di concedere un aiuto alle società di calcio è obbligato a notificare alla Commissione tale aiuto ex art. 108. Di seguito, la Commissione valuterà la compatibilità dell’aiuto con il mercato unico. Il punto cruciale, però, consiste nel fatto che gli enti pubblici non notificano alla Commissione le loro misure contributive a favore degli stadi di calcio in quanto non reputano che la misura da essi adottata possa configurare un aiuto di Stato contra legem. A testimonianza di quanto sopra esposto l’Olanda, in una lettera indirizzata alla Commissione Europea, ha statuito che gli «aiuti finanziari rilasciati da enti pubblici in favore delle società di calcio locali per supportare la riqualifica e/o costruzione di uno stadio non costituisce aiuto di Stato ai sensi dell’art. 87 (oggi art. 107 TFUE) e, pertanto, non deve essere notificato» [9]. La Commissione Europea, invece, ha argomentato che «non si può concordare con le osservazioni delle autorità olandesi ossia che il supporto pubblico ai club di calcio non dovrebbe essere considerato una misura consistente in un aiuto di Stato da notificare» [10]. Secondo la Commissione, in linea di principio, il supporto finanziario da parte degli enti pubblici in favore delle società di calcio ricade nell’ambito del regime degli aiuti di Stato quando le condizioni indicate nell’art. 107 TFUE sono soddisfatte. È palese, dunque, il contrasto tra le posizioni degli enti pubblici da una parte e la Commissione Europea dall’altra in merito alle misure in favore della costruzione e/o riqualificazione degli stadi.


4. I club spagnoli

La Commissione Europea nel novembre 2009, dopo aver esaminato le informazioni inviate dalle autorità spagnole, ha deciso di iniziare una procedura contro la Spagna ai sensi dell’art. 108(2) TFUE [11]. La questione riguarda il possibile trattamento fiscale di favore che quattro club di calcio spagnoli ossia Real Madrid CF, FC Barcellona, Athletic Club Bilbao, Club Atletico Osasuna (Navarra), avrebbero ricevuto. L’aiuto di Stato si fonderebbe sulla VII Disposizione Aggiuntiva della c.d. «ley del deporte» del 1990 [12] ovvero della legge che obbliga tutti i club sportivi professionisti spagnoli a convertirsi in società sportive a responsabilità limitata [13]. Ebbene, la VII Disposizione Aggiuntiva ha previsto una esenzione da tale conversione obbligatoria a tutti quei club che nei precedenti 5 anni dall’entrata in vigore della legge avevano un bilancio positivo. Così come riscontrato nel preambolo, la ratio di tale disposizione si basa sul fatto che tali club hanno mostrato un buon management societario e pertanto non necessitano di essere convertiti. Nessuna altra giustificazione è contenuta nella legge o all’in­ter­no del preambolo. La legge non indica esplicitamente i quattro club che eventualmente beneficerebbero di tale esenzione anche se tuttavia emergeva sin dall’inizio quali avrebbero sicuramente beneficiato del miglior trattamento fiscale riservato. Il punto cruciale di tale misura, invero, sta nel fatto che soltanto i club che all’entrata in vigore della legge presentavano un budget positivo (con riferimento ai 5 anni precedenti) potessero usufruire dell’esenzione, mentre tutti gli altri club che nel corso degli anni in riferimento non avessero presentato un bilancio positivo non avrebbero avuto alcuna opportunità di riconvertirsi nella forma societaria originaria e usufruire anch’essi del più favorevole trattamento fiscale. Più dettagliatamente, la legge tributaria spagnola (Ley del Impuesto sobre Sociedades) configura i club sportivi come enti non-profit e, pertanto, prevede un’esenzione parziale (art. 9(3)a della legge tributaria spagnola). Ai sensi dell’art. 28 della legge tributaria spagnola, invero, gli enti non-profit pagano un’a­liquota tributaria del 25% invece che del 30%. Quindi, i quattro club sopra citati, essendo stati considerati club spor­tivi per i loro bilanci [continua ..]


5. La costruzione o riqualificazione di nuovi stadi

Con la Decisione del 9 aprile 2014, la Commissione Europea ha esaminato il piano del Dipartimento della Cultura, Arte e Spettacolo («DCAL») dell’Irlanda del Nord per facilitare, mediante donazioni dirette, la riqualifica di tre vecchi stadi in Belfast [15]. Tale piano è stato considerato compatibile con il mercato interno in virtù dell’art. 107(3)(c) TFUE. Invero, la Commissione, in coerenza con il reasoning sopra riportato al paragrafo 2, ha ritenuto che la riqualifica di tali stadi apporti un beneficio per il pubblico in generale e non vada a favorire selettivamente alcuna società professionistica in particolare, in quanto i progetti di ristrutturazione degli stadi in questione fanno parte di un programma generale per la promozione e rigenerazione urbana, ristrutturazione delle aree limitrofe e coesione sociale e pari opportunità in Belfast, contribuendo al processo di pace in atto nella nazione. I tre stadi rappresentano gli sport che vengono maggiormente praticati e seguiti nell’Irlanda del Nord e vanno a beneficiare tre organizzazioni responsabili per lo sport (c.d. «Governing Body» of sport) ossia: Irish Football Association («IFA») per il calcio, Ulster Council Gaelic Athletic Association («UCGAA») per l’atletica e Ulster Branch Irish Rugby Football Union («UBIRFU») per il rugby. Tali enti, nonostante abbiano una propria personalità giuridica, non hanno alcuna capacità di distribuire i profitti ai propri membri. Tutti i profitti, infatti, saranno inevitabilmente reinvestiti nel programma di sviluppo dello sport di riferimento. Pertanto, la Commissione ha ritenuto che la misura adottata dal Dipartimento della Cultura, Arte e Spettacolo dell’Irlanda del Nord sia compatibile ai sensi dell’art. 107(3)(c) TFUE. In Italia, dopo il dibattito accesosi nel 2003 sul c.d. decreto Salva-Calcio [16] e le agevolazioni fiscali in esso presenti che hanno portato all’intervento della Com­mis­sione Europea [17] per chiederne la revisione in ossequio alla disciplina normativa europea sugli aiuti di stato, si è assistito all’adozione di misure da parte di enti pubblici in favore di infrastrutture sportive ed in particolare con riferimento alla costruzione di nuovi stadi di calcio. Nel 2011 è stato edificato il nuovo stadio di calcio della Juventus F.C. ovvero lo «Juventus [continua ..]


NOTE