Rivista di Diritto SportivoISSN 0048-8372 / EISSN 2784-9856
G. Giappichelli Editore

indietro

stampa articolo indice fascicolo leggi articolo leggi fascicolo


Unione europea e sport al tempo del Covid-19 (di Stefano Bastianon, Professore associato di Diritto dell’Unione europea nell’Università degli Studi di Bergamo. Arbitro CAS)


Secondo il Libro bianco sullo sport del 2007, “lo sport è un fenomeno sociale ed economico in crescita che fornisce un contributo importante agli obiettivi strategici di solidarietà e prosperità dell’Unione europea”. Poiché la pandemia ha colpito tutti gli aspetti economici e sociali della vita umana, anche lo sport è stato colpito dalle conseguenze del Covid-19. Nel suo articolo l’Autore cerca di analizzare alcune delle più importanti di queste conseguenze e la risposta dell’Unione Europea a tale sfida.

European union and sport at the time of Covid-19

According to the 2007 White paper on sport, “Sport is a growing social and economic phenomenon which makes an important contribution to the European Union’s strategic objectives of solidarity and prosperity”. As the pandemic has affected all economic and social aspects of human life, sport has also been affected by the consequences of the Covid-19. In his paper the Author tries to analyze some of the most important of these consequences and the response of the European Union to such a challenge.

SOMMARIO:

1. Premessa - 2. L’impatto economico del Covid-19 sullo sport - 3. L’impatto del Covid-19 sulla dimensione regolamentare dello sport - 4. L’impatto del Covid-19 sulla dimensione socio-culturale dello sport - 5. L’impatto del Covid-19 sui rapporti istituzionali tra lo sport e gli ordinamenti giuridici statali - 6. L’Unione europea, il Covid-19 e lo sport - NOTE


1. Premessa

«Lo sport è un fenomeno sociale ed economico d’importanza crescente che contribuisce in modo significativo agli obiettivi strategici di solidarietà e prosperità perseguiti dall’Unione europea. L’ideale olimpico dello sviluppo dello sport per promuovere la pace e la comprensione fra le nazioni e le culture e l’istruzione dei giovani è nato in Europa ed è stato promosso dal Comitato olimpico internazionale e dai comitati olimpici europei. Lo sport ha una forte attrattiva per i cittadini europei, la maggioranza dei quali pratica con regolarità un’attività sportiva. Esso è anche fonte di valori importanti come lo spirito di gruppo, la solidarietà, la tolleranza e la correttezza e contribuisce così allo sviluppo e alla realizzazione personali. Lo sport inoltre promuove il contributo attivo dei cittadini dell’UE alla società, aiutando in tal modo a rafforzare la cittadinanza attiva» [1]. Sono passati tredici anni dalla pubblicazione del Libro bianco sullo sport da cui è tratto il brano sopra riportato ed il mondo del sport, al pari di ogni altro settore della vita umana, è stato sconvolto dall’emergenza sanitaria venutasi a creare a causa del Covid-19. Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 infatti, il mondo intero, seppur all’inizio con tempistiche e numeri diversi, si è trovato all’improvviso a doversi proteggere da una minaccia nuova e pericolosissima in quanto sconosciuta alla scienza medica, estesa a tutta l’umanità e dagli effetti letali. Pur dovendo riconoscere che le malattie (anche quelle più gravi e qualificate come epidemie o pandemie) hanno sempre accompagnato la storia dell’umanità e senza entrare nei dettagli scientifici circa la possibilità di assimilare l’emergenza sanitaria in atto ad altri casi occorsi nel passato, è indubbio che il Covid-19 ha influenzato negativamente, e continuerà ancora ad influenzare per un lasso di tempo non prevedibile, ma certamente non breve, le nostre vite. Rapporti economici, rapporti sociali, rapporti giuridici, rapporti familiari: tutto è stato modificato, in peggio, dall’emergenza sanitaria. Senza alcuna pretesa di esaustività, nelle pagine che seguono si cercherà di illustrare alcune delle principali problematiche – economiche, sociali, [continua ..]


2. L’impatto economico del Covid-19 sullo sport

Pur senza appellarsi a numeri, grafici e dati statistici, è innegabile il fatto che l’epi­demia in atto ha colpito il settore sportivo nella sua dimensione economica [2]. La sospensione delle manifestazioni sportive (in ambito nazionale, europeo ed internazionale) a tutti i livelli come pure la chiusura di palestre, piscine e centri sportivi ha determinato conseguenze importanti sull’industria sportiva europea in termini di mancati ricavi, licenziamenti e cessazione definitiva di numerose realtà imprenditoriali. Si tratta di un aspetto di straordinaria rilevanza in termini prettamente economici e complessità. A tale riguardo, infatti, è sufficiente considerare che a livello europeo prima dell’epidemia il PIL legato al settore sportivo era pari a 279,7 Mld di Euro, pari al 2,12% del PIL totale europeo: ciò significa che 1 Euro su 47 veniva generato dal settore sportivo. Analogamente, sul versante occupazionale, l’occupazione legata allo sport era di 5,67 Mln di persone, pari al 2,72% del totale dell’occupazione europea: ciò significa che 1 dipendente su 37 lavorava nel settore sportivo. Allo stato non si dispone ancora di dati ufficiali sull’impatto economico della pandemia nel settore sportivo, ma è indubbio che tale impatto vi sia stato e sia importante. Interessante, al riguardo, si presenta lo studio condotto sotto l’egida della SHARE Initiative lanciata dalla Commissione europea nel 2018 ed intitolato “Documento di sintesi sulle conseguenze della crisi da Covid-19 nel settore sportivo” nel quale vengono elencate le principali conseguenze economiche prodotte dal Covid-19 sullo sport: «• ricavi persi: organizzazioni che non sono in grado di fornire i propri servizi ai cittadini, soprattutto nel periodo dell’anno che segna l’inizio della stagione per la maggior parte degli sport, ovvero quando organizzano allenamenti e competizioni, raccolgono quote attraverso tornei, eventi, campus di formazione, gare, ecc. Hanno anche perso una parte significativa del reddito regolare derivante da diversi tipi di versamenti, ad es., quote d’iscrizione, partecipazione o abbonamenti. Gli atleti non solo hanno perso una stagione e quindi alcuni benefici finanziari, ma anche i loro allenatori e la loro capacità di allenarsi e di essere performanti, con conseguenze dirette sul loro reddito. Per [continua ..]


3. L’impatto del Covid-19 sulla dimensione regolamentare dello sport

Un ulteriore aspetto sul quale la pandemia ha inciso in modo diretto e rilevante è rappresentato dal regolare svolgimento delle competizioni sportive, con conseguente stravolgimento dei relativi calendari. Si tratta di un fenomeno che, a causa dei lockdown attuati un po’ dovunque nel corso della c.d. prima ondata dell’epidemia, ha interessato praticamente ogni livello del settore sportivo, dallo sport di base a quello professionistico e di élite, senza risparmiare settori sportivi ad alta rilevanza economica, come il calcio e la Formula 1, né manifestazioni sportive ad alto impatto mediatico, quali i Giochi olimpici e paralimpici e i Campionati europei di calcio. Si pensi, ad esempio, al Campionato mondiale 2020 di Formula 1, il cui inizio era stato originariamente previsto per il 15 marzo 2020 con il Gran Premio d’Austria e che, invece, è iniziato il 5 luglio 2020, sempre con il Gran Premio d’Austria, posto che nel frattempo la FIA aveva provveduto a cancellare definitivamente o a posticipare numerose gare inserite nel calendario. Complessivamente, infatti, il campionato mondiale 2020 di Formula 1, nella versione definitiva, ha previsto 17 gare anziché 21, con termine per il 13 dicembre 2020; inoltre, al fine di ovviare all’annullamento di numerosi Gran premi, la FIA ha programmato due gare sul Red Bull Ring in Austria, a Silverstone e in Bahrein ed ha introdotto tre nuovi Gran premi: della Toscana, dell’Eifel e dell’Emilia-Romagna [4]. In modo decisamente più drastico i Giochi olimpici e paralimpici estivi di Tokyo 2020 sono stati rinviati al 2021; analogamente, il Campionato europeo di calcio 2020 è stato posticipato al 2021. Ancor più variegato e complesso si presenta il settore del calcio professionistico europeo a livello di club. Dopo l’iniziale sospensione dei relativi Campionati nazionali a causa delle misure di contenimento della pandemia adottate dalle varie autorità governative e sanitarie nazionali, le varie Federazioni si sono mosse in ordine sparso nel tentativo di reagire alla situazione di emergenza venutasi a creare. Alcune Federazioni, infatti, superata la c.d. prima ondata, hanno deciso di riprendere i rispettivi campionati nazionali al fine di portare a termine la stagione sportiva 2019/20 seppur nel rispetto di stringenti protocolli sanitari concordati con i governi nazionali: così [continua ..]


4. L’impatto del Covid-19 sulla dimensione socio-culturale dello sport

Un aspetto forse eccessivamente trascurato dell’impatto della pandemia sullo sport è rappresentato dalle conseguenze che il Covid-19 ha determinato sulla c.d. funzione socio-culturale ed educativa dello sport. Come riconosciuto dalla Commissione nel Libro bianco, «lo sport rappresenta una sfera dell’attività umana che interessa in modo particolare i cittadini dell’Unione europea e ha un potenziale enorme di riunire e raggiungere tutti, indipendentemente dall’età o dall’origine sociale». Nello specifico, la Commissione ha evidenziato che: a) la mancanza di attività fisica aumenta la frequenza dei casi di sovrappeso e di obesità oltre che di una serie di disturbi cronici come le malattie cardiovascolari ed il diabete, con ricadute non solo sulla salute delle persone, ma anche sui bilanci sanitari e sulle economie degli Stati membri; b) grazie al suo ruolo nell’istruzione formale e non formale, lo sport è in grado di rafforzare il capitale umano dell’Europa, veicolando valori in grado di sviluppare la conoscenza, la motivazione, la disponibilità a compiere sacrifici e rinunce personali; c) principi quali la correttezza, il rispetto delle regole del gioco e degli altri, la solidarietà e la disciplina rafforzano la cittadinanza attiva; il volontariato, inoltre, su cui si basa lo sport amatoriale, fornisce molte occasioni di istruzione non formale; d) lo sport contribuisce, altresì, alla coesione economica e sociale e ad una società più integrata, favorendo anche il dialogo interculturale. In tale contesto, è chiaro che la chiusura di palestre, piscine e centri sportivi (oltre che delle scuole) ha inciso direttamente sulla vita di milioni di cittadini europei, privando lo sport di quella funzione socio-educativa sopra descritta. L’impossibilità di praticare sport di squadra o di contatto, l’obbligo del distanziamento sociale, l’impossibilità per gli studenti di svolgere le lezioni di attività motoria in modalità “a distanza” sono tutti aspetti di straordinaria rilevanza e gravità, ancorché non immediatamente traducibili in termini monetari. La pandemia, in altre parole, non ha colpito soltanto l’economia, ma ha inciso direttamente sulla vita delle persone, stra­volgendola ed impoverendola. A tale riguardo non è retorico ricordare [continua ..]


5. L’impatto del Covid-19 sui rapporti istituzionali tra lo sport e gli ordinamenti giuridici statali

La pandemia non ha colpito il settore sportivo soltanto sotto il profilo regolamentare ed economico, ma ha determinato, e probabilmente continuerà ancora a determinare nel prossimo futuro, profondi cambiamenti per quanto riguarda i rapporti tra lo sport e gli ordinamenti giuridici statali. È sotto gli occhi di tutti, infatti, che dallo scoppio della pandemia i provvedimenti adottati dalle autorità governative statali hanno influenzato direttamente il settore dello sport. Da un lato, infatti, i primi provvedimenti di chiusura delle attività c.d. non essenziali disposte a livello nazionale hanno determinato la sospensione di tutte le competizioni sportive; dall’altro lato, la successiva ripartenza dell’attività sportiva è stata possibile soltanto nel più vasto contesto e nel rispetto delle disposizioni e dei protocolli sanitari nazionali ai quali il settore sportivo ha dovuto attenersi al fine di assicurare la tutela della salute degli atleti e del pubblico eventualmente ammesso, in misura contingentata, ad assistere agli eventi sportivi. Si è assistito, pertanto, ad un intervento diretto e rilevante delle autorità governative in questioni tipicamente sportive (il numero di spettatori ammessi allo stadio, le misure sanitarie cui sottoporre gli atleti per poter svolgere l’attività sportiva, sia a livello di competizioni, sia a livello di allenamenti, ecc.). Nulla di particolare o di anomalo, verrebbe quasi da dire, se solo si considera che una situazione analoga si è registrata in ogni comparto dell’economia ed in ogni settore dell’agire umano. Sennonché, in un contesto nel quale il settore sportivo ha sempre rivendicato la propria autonomia rispetto a qualsiasi ingerenza statale (o interstatale), la pandemia in atto sembra aver spostato il baricentro dei rapporti tra autorità sportive e autorità pubbliche maggiormente verso queste ultime. La recente vicenda giudiziaria italiana relativa all’incontro di calcio Juventus-Ro­ma del 4 ottobre 2020 [11], unitamente al caso dei numerosi calciatori stranieri che militano nel Campionato di Serie A ai quali le ASL competenti hanno vietato di partire per raggiungere le rispettive nazionali esemplificano chiaramente, nell’at­tuale momento emergenziale, l’accresciuta rilevanza delle decisioni delle autorità statali nella gestione degli eventi sportivi. [continua ..]


6. L’Unione europea, il Covid-19 e lo sport

È ormai storia il fatto che all’inizio della pandemia in Europa ogni Stato si è mosso in modo autonomo (e confuso) e l’Unione europea è rimasta in disparte, nonostante gli accorati appelli ad un intervento comune e coordinato nell’ambito di una strategia condivisa. Anzi: la prima risposta (non è dato sapere quanto intenzionale) a tali appelli da parte della Presidente della BCE (We are not there to close the spreads), si è tradotta nel più classico degli autogoal affossando le principali borse europee [13]. Fortunatamente nelle settimane e nei mesi successivi l’Unione europea ha saputo correggere il tiro e, nonostante i malumori di taluni Stati membri, è stato possibile predisporre una prima risposta comune alla sfida in atto. In quest’ottica strumenti quali il Support to mitigate unemployment risks in an emergency (SURE), la Coronavirus response investment initiative (CRII) e la Coronavirus response investment initiative plus (CRII+) costituiscono tutti strumenti importanti ed indispensabili per consentire agli Stati membri e alla stessa Unione europea di superare la crisi economico-sociale indotta dallo scoppio della pandemia. Tuttavia, molto dipenderà da quando questi strumenti entreranno concretamente in funzione e da come verranno gestiti; inoltre, è evidente a tutti che, da soli, questi strumenti non sono in grado di risolvere la crisi in atto, essendo necessari nuovi ed ulteriori sforzi, per un periodo di tempo allo stato assolutamente non programmabile. Con specifico riferimento al settore sportivo, per contro, non sembra essere stato ancora adottato alcun concreto provvedimento in grado di tenere conto della complessità del fenomeno e dell’idoneità della pandemia a colpire lo sport sotto diversi profili, come sopra illustrato. A tale proposito si potrebbe obiettare che in materia di sport l’Unione europea detiene una competenza unicamente di sostegno, completamento e di coordinamento dell’azione degli Stati membri (art. 6 TFUE) e che in nessun caso l’Unione europea può adottare misure tese all’armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri. L’art. 165 TFUE, infatti, prevede espressamente, da un lato, che il Consiglio ed il Parlamento [continua ..]


NOTE